Perché si dice “piantare in asso”?
L’espressione “piantare in asso” è molto diffusa nel nostro linguaggio, ma non tutti ne conoscono la vera origine e il significato profondo. Quando diciamo di essere stati “piantati in asso”, esprimiamo un senso di abbandono, come se qualcuno ci avesse lasciato da soli in una situazione difficile. Ma da dove viene questa locuzione?
L’origine dell’espressione “piantare in asso”
La prima interpretazione si lega al mondo dei giochi, in particolare ai dadi e alle carte. Nell’ambito del gioco, l’«asso», o il numero «uno», rappresentano il punteggio più basso e quindi il risultato peggiore che si possa ottenere. In questo contesto, “piantare in asso” potrebbe significare lasciare qualcuno in una situazione sfavorevole, come avere un asso durante una partita a carte.
La seconda interpretazione ci porta indietro nel tempo, fino alla mitologia greca e alla storia di Arianna. Questa principessa, figlia di Minosse, aiutò l’eroe Teseo a uscire dal labirinto di Cnosso con il filo, ma fu successivamente abbandonata sull’isola di Nasso. Da qui l’espressione «piantare in Nasso», che nel tempo e attraverso una storpiatura fonetica, è diventata «piantare in asso».
Le due interpretazioni, sebbene diverse, convergono sul significato di abbandono e delusione che l’espressione trasmette. Si tratta di una locuzione che, con le sue radici profonde e la sua storia affascinante, arricchisce il patrimonio linguistico italiano, offrendoci un modo unico e pittoresco di esprimere le nostre emozioni.
Il significato attuale
Oggi, quando usiamo l’espressione “piantare in asso”, il nostro intento è trasmettere il senso di un abbandono improvviso e inaspettato. Non importa se ci troviamo in un contesto amicale, lavorativo o sentimentale, dire di essere stati “piantati in asso” equivale a dire che ci siamo sentiti lasciati soli a fronteggiare una situazione, senza il supporto o l’aiuto di qualcuno che credevamo potesse esserci vicino.
L’uso di questa espressione si è allargato e adattato ai tempi moderni, mantenendo però intatto il suo significato originario di delusione e abbandono. Ad esempio, se un amico ci promette di venire a trovarci ma poi non si presenta, potremmo dire di essere stati “piantati in asso”. Analogamente, se un collega non partecipa a una riunione importante, lasciando tutto il peso del lavoro sulle nostre spalle, anche in questo caso l’espressione trova una sua perfetta collocazione.
Nonostante la sua origine antica e le sue radici profonde, “piantare in asso” è un’espressione che non ha perso la sua forza espressiva e continua a essere ampiamente utilizzata. Rappresenta un ponte tra passato e presente, tra storia e vita quotidiana, dimostrando come alcune parole e espressioni siano in grado di attraversare indenni il tempo, adattandosi e rimanendo sempre attuali.
In sintesi, “piantare in asso” è un’espressione ricca di storia e significato, che usiamo quando ci sentiamo delusi e abbandonati. Nonostante le sue origini antiche, rimane un’espressione eloquente e potente, capace di evocare immediatamente l’idea di un tradimento o di un abbandono. Essa continuerà probabilmente a essere usata per esprimere il senso di delusione e solitudine che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo provato.