Perché si dice “fare il gradasso”?
L’espressione “fare il gradasso” è diffusa nel linguaggio comune per descrivere una persona che si vanta di qualità non possedute, che millanta grandi forze o imprese mai realizzate, insomma, che fa lo sbruffone. Ma da dove proviene questa locuzione e perché è associata a tale comportamento?
L’origine dell’espressione “fare il gradasso”
L’origine di “fare il gradasso” ci porta indietro nel tempo, alla letteratura italiana del Rinascimento. La figura di Gradasso emerge infatti nelle pagine dell'”Orlando innamorato” di Matteo Maria Boiardo e successivamente nell'”Orlando furioso” di Ludovico Ariosto. Questo personaggio, re di Sericana e del popolo arabo dei Nabatei, è protagonista di epiche avventure che lo vedono viaggiare attraverso la Persia fino a giungere in Spagna per combattere contro il re Marsilio, con il soccorso di Carlo Magno, e partecipare all’invasione della Francia.
Gradasso è descritto come un saraceno di straordinaria forza e grande orgoglio, capace di catturare i più importanti cavalieri cristiani e persino Carlo Magno. La sua figura è emblematica dell’eroe litigioso, attaccabrighe e millantatore, che però alla fine viene sconfitto e ridimensionato, simbolo della volubilità della fortuna e dell’uguaglianza di tutti gli uomini di fronte a essa.
La trasformazione di Gradasso da eroe indomito a personaggio sconfitto e umanizzato riflette il tema del narcisismo e dell’egocentrismo sfrenato, che viene punito e corretto. La sua storia diventa così un monito contro la presunzione e la vanità, trasformandosi in un’espressione usata per indicare chi fa lo spaccone senza avere reali motivazioni per farlo, chi millanta grandi forze o grandi imprese oppure chi minaccia a vuoto.
Nel linguaggio di oggi, fare il gradasso evoca quindi l’immagine di qualcuno che, come il Gradasso delle opere di Boiardo e Ariosto, si vanta oltre misura, spesso senza avere le qualità per giustificare tale comportamento. L’espressione rimane un ricordo vivido del potere narrativo della letteratura di creare simboli e metafore che trascendono i secoli, arricchendo il nostro linguaggio con sfumature che attingono profondamente alla cultura e alla storia.
Il significato attuale
Il significato attuale di “fare il gradasso” si è profondamente radicato nella cultura popolare, diventando un termine universale per descrivere comportamenti caratterizzati da arroganza non giustificata, vanteria eccessiva e tendenza a millantare capacità o risultati non corrispondenti alla realtà. Questa espressione, benché nata da un contesto letterario specifico, ha acquisito una rilevanza che va ben oltre la sua origine, riflettendo dinamiche sociali e personali ancora attuali.
Nel contesto sociale odierno, fare il gradasso può manifestarsi in vari ambiti, dalla vita lavorativa alle relazioni personali. Un individuo che fa il gradasso potrebbe esagerare le proprie competenze professionali in un colloquio di lavoro, vantarsi di imprese sportive inesistenti tra amici, o esibire ricchezze e successi non reali sui social media. Questa tendenza, spesso guidata dal desiderio di impressionare gli altri o di elevarsi sopra di loro, può portare a conseguenze negative, come la perdita di credibilità e di fiducia.
Fare il gradasso, dunque, non è visto positivamente nella società moderna, poiché è percepito come un segno di mancanza di umiltà e di autenticità. La tendenza a esagerare o a inventare qualità si scontra con i valori di sincerità e trasparenza, sempre più apprezzati sia nelle relazioni personali che professionali.
In breve, “fare il gradasso” oggi ci insegna l’importanza di coltivare e valorizzare l’autenticità e la verità, sia nella rappresentazione di sé che nelle relazioni con gli altri. La storia di Gradasso, passata dalla letteratura al linguaggio comune, rimane un potente promemoria di come le narrazioni del passato continuino a influenzare e a dare forma ai modi di esprimerci e di comprendere il mondo intorno a noi, evidenziando la continuità e l’evoluzione del pensiero e della cultura umana.