Perché si dice “acqua in bocca”?
“Acqua in bocca” è un’espressione idiomatica italiana, comune e intrisa di storia, che viene usata per invitare qualcuno a mantenere il segreto su una determinata questione. Ma qual è la storia dietro questo modo di dire e come è nata questa espressione?
L’origine dell’espressione “acqua in bocca”
La storia dietro questa espressione ci porta indietro nel tempo, ad un aneddoto affascinante narrato dal lessicografo fiorentino Pietro Giacchi. Secondo il racconto, una donna particolarmente maldicente, ma al contempo devota, chiese al proprio confessore un rimedio per il suo peccato di maldicenza.
In risposta, il sacerdote le fornì una boccetta d’acqua di pozzo, consigliandole di mettere alcune gocce in bocca ogni volta che sentisse l’impulso di parlare male di qualcuno. Sorprendentemente, la donna seguì questo consiglio e scoprì che, tenendo la bocca piena d’acqua, era effettivamente impossibile parlare. Questo semplice stratagemma colpì la donna talmente tanto che cominciò a considerare l’acqua quasi miracolosa.
Il significato simbolico dietro questa pratica era chiaro: tenere la bocca piena d’acqua fisicamente impedisce di parlare, e quindi di sparlare o di rivelare segreti. Da questa storia nacque l’espressione come un monito alla discrezione e al silenzio.
Il significato attuale
Nel contesto attuale, l’espressione è diventata un modo comune di chiedere a qualcuno di mantenere un segreto o di non divulgare informazioni riservate. Non è più legata letteralmente all’atto di mettere l’acqua nella bocca, ma conserva la stessa simbologia di discrezione e riservatezza.
Esempi di utilizzo moderno possono essere trovati in diverse situazioni. Ad esempio, se due amici condividono pettegolezzi o informazioni confidenziali, uno potrebbe usare l’espressione come per richiamare all’importanza di non spargere quelle notizie. Oppure, in un contesto lavorativo, dopo aver discusso di piani aziendali non ancora resi pubblici, un dirigente potrebbe concludere la riunione con un “acqua in bocca”, come monito a mantenere la riservatezza su quanto discusso.
Inoltre, l’espressione può essere utilizzata in maniera più leggera e giocosa, per esempio tra bambini che condividono piccoli segreti, o in famiglia, quando si organizza una sorpresa per qualcuno e non si vuole che venga scoperta.
In sintesi, “acqua in bocca” è un’espressione che ha mantenuto il suo valore e la sua efficacia nel tempo. Da un semplice consiglio pratico nato da una storia curiosa, è diventata un’espressione popolare che ricorda l’importanza della discrezione e del rispetto della riservatezza altrui, valori che rimangono fondamentali nelle relazioni umane.