Perché lo champagne ha le bollicine?
Lo champagne è spesso associato a momenti di celebrazione e gioia. Una delle sue caratteristiche più distintive sono le bollicine che danzano nel bicchiere, aggiungendo un tocco di eleganza e festività a qualsiasi occasione. Ma perché lo champagne ha le bollicine? Questo articolo mira a svelare il mistero dietro l’effervescenza dello champagne, esplorando sia l’aspetto scientifico che storico di questo fenomeno.
La scienza dietro l’effervescenza
Il segreto dietro l’effervescenza dello champagne risiede nel suo processo di produzione unico. La fermentazione è una tappa cruciale in cui i lieviti trasformano gli zuccheri presenti nel mosto di uva in alcool etilico e anidride carbonica. Quest’ultima è responsabile delle bollicine che vediamo. Tuttavia, a differenza di altri vini, lo champagne ha le bollicine perché subisce una seconda fermentazione in bottiglia, che trattiene l’anidride carbonica o diossido di carbonio e crea una pressione che dà vita all’effervescenza quando la bottiglia viene aperta.
La legge di Henry
Secondo la legge di Henry, le molecole di diossido di carbonio disciolte nel liquido e quelle in fase di vapore sotto al tappo creano un equilibrio. Quando la bottiglia si apre, la pressione del diossido di carbonio cala all’improvviso rompendo l’equilibrio termodinamico della bottiglia chiusa. Il liquido, a questo punto, si soprasatura di diossido di carbonio rispetto all’atmosfera esterna. Per ristabilirsi, forma le cosiddette bollicine che risalgono verso l’alto e si disperdono nell’ambiente..
Il “perlage” si riferisce all’aspetto delle bollicine che risalgono verso l’alto in maniera più o meno vorticosa, creando una catena di micro bollicine simili a piccole collane di perle.
Metodo Champenoise
Dopo l’assemblaggio, il vino viene imbottigliato con un tappo temporaneo e sottoposto a un processo chiamato “remuage”, durante il quale le bottiglie vengono ruotate quotidianamente per diverse settimane per spostare il deposito prodotto dalla fermentazione verso il collo della bottiglia. Segue la fase di “sboccatura o dégorgement” per rimuovere il deposito.
A questo punto si aggiunge un “liqueur de tirage” (lievito e zucchero) per compensare la quantità di liquido espulso durante la sboccatura e per influenzare l’intensità delle bollicine e la dolcezza dello Champagne, che può variare dallo Champagne Extra Brut (molto secco) allo Champagne Doux (dolce). In questa fase, i lieviti ritrasformano lo zucchero in diossido di carbonio, rendendo il vino effervescente e completando la seconda fermentazione in bottiglia.
La Regione dello Champagne
La Regione dello Champagne in Francia è la culla di questa bevanda effervescente. Nel tentativo di proteggere la qualità e l’identità dello champagne, le leggi francesi hanno stabilito che l’uso del termine “champagne” è riservato solo ai vini spumanti prodotti nella regione della Champagne. Questo status di protezione legale aiuta a mantenere l’integrità e l’autenticità dello champagne, garantendo che ogni bottiglia rispecchi la qualità e la tradizione della regione.
L’effervescenza dello champagne è un fenomeno complesso che si intreccia con la scienza, la storia e la cultura. Il processo unico di fermentazione in bottiglia, combinato con la tradizione secolare e l’astuto marketing, ha elevato lo champagne a più di una semplice bevanda effervescente. Le bollicine hanno conferito allo champagne un posto speciale nei nostri momenti di celebrazione, rendendolo un simbolo di gioia e trionfo. L’esplorazione del motivo per cui lo champagne ha le bollicine ci permette di apprezzare non solo la bevanda in sé, ma anche l’arte e la scienza che contribuiscono a creare ogni singola bollicina che solletica il nostro palato.