Perché si dice “la solita solfa”?
Quante volte ci siamo trovati ad ascoltare un discorso ripetitivo, sentendoci dire “è sempre la solita solfa“? Questa espressione, così comune nel linguaggio di tutti i giorni, ha radici sorprendentemente musicali e racconta una storia che lega l’arte alla vita quotidiana. Usata per indicare situazioni monotone, ripetitive oppure discorsi che abbiamo sentito mille volte, “la solita solfa” è un modo di dire che ha acquisito un significato figurato ben distinto dalla sua origine. Ma da dove proviene e come ha ottenuto questo particolare significato?
L’origine dell’espressione “la solita solfa”
L’origine di “la solita solfa” ci porta direttamente nel mondo della musica. In particolare, deriva dal solfeggio, l’antica pratica dell’apprendimento musicale basata sulla ripetizione delle note. Le note in questione, “sol” e “fa”, sono componenti fondamentali di questa tecnica didattica.
Nel contesto dell’apprendimento musicale, “sol” e “fa” venivano ripetute incessantemente. Gli studenti, esercitandosi nel solfeggio, dovevano ripetere le stesse scale e melodie più e più volte, fino a raggiungere la perfezione. Questa pratica, essenziale per l’apprendimento musicale, poteva però diventare monotona e stancante, specialmente quando si ripeteva lo stesso esercizio fino allo sfinimento.
Da qui, “la solita solfa” ha cominciato a indicare qualcosa di noioso, ripetitivo e prevedibile. Questo modo di dire è stato trasposto nel linguaggio quotidiano per descrivere situazioni simili: discorsi, rimproveri, ammonimenti o raccomandazioni che si ripetono così spesso da perdere di significato, diventando fastidiosi e tediosi.
Il passaggio da un termine tecnico musicale a un’espressione colloquiale, illustra come il linguaggio si evolve e si adatta, riflettendo esperienze e sentimenti comuni. La frase “la solita solfa” evoca la noia e la frustrazione di ascoltare qualcosa di già sentito innumerevoli volte, un sentimento universalmente compreso e condiviso.
Il significato attuale
Nel linguaggio contemporaneo, “la solita solfa” ha acquisito un significato che va ben oltre l’ambito musicale. È diventata un’espressione versatile, utilizzata per descrivere situazioni, discorsi o eventi che si ripetono in modo monotono e prevedibile, suscitando noia o irritazione.
Un esempio tipico può essere un incontro di lavoro dove si discutono sempre gli stessi argomenti senza giungere a una conclusione, o una discussione familiare che si ripete ciclicamente senza mai risolvere il problema. In entrambi i casi, gli interlocutori possono esprimere il loro disappunto o la loro frustrazione dicendo: “Ancora? È sempre la solita solfa!”
Questo modo di dire è spesso utilizzato anche per indicare le lamentele ripetitive che sembrano non cambiare mai. Ad esempio, se un genitore rimprovera continuamente un figlio per lo stesso motivo, il figlio potrebbe rispondere sospirando: “Sì, sì, la solita solfa”. In questo contesto, l’espressione sottolinea un senso di stanchezza e prevedibilità.
In breve, la frase “la solita solfa” ha mantenuto il suo legame con la ripetizione e la monotonia, ma si è spostata da una pratica musicale specifica a un’espressione comune nella lingua italiana. È diventata un modo efficace per comunicare la frustrazione causata da situazioni ripetitive e prevedibili, dimostrando ancora una volta come le espressioni linguistiche possano evolversi e arricchirsi di nuovi significati nel tempo.