Perché si dice “rendere pan per focaccia”?
Nel vasto repertorio di espressioni idiomatiche italiane, “rendere pan per focaccia” occupa un posto di rilievo. L’espressione viene spesso interpretata come una forma di rivincita, una sorta di “occhio per occhio, dente per dente”. Si riferisce all’atto di rispondere a un torto con un altro torto, di restituire un favore o un dispetto con la stessa moneta. Ma da dove proviene questo modo di dire?
L’origine dell’espressione “rendere pan per focaccia”
L’origine dell’espressione è incerta. Secondo l’interpretazione più diffusa, l’espressione aveva un significato negativo e si usava per indicare il ricambiare un’offesa con un’altra, di pari o maggiore gravità.
L’espressione si trova già in uso nel XIV secolo, nella novella “Zeppa” del Decamerone di Boccaccio. In questa novella, la moglie di Zeppa, offesa dalla moglie di Spinelloccio, le dice: “Madonna, voi m’ avete renduto pan per focaccia”. In questo caso, l’espressione ha un significato negativo, poiché la moglie di Zeppa intende dire che la moglie di Spinelloccio le ha restituito l’offesa con un’altra ancora più grave.
Secondo una diversa interpretazione, l’espressione aveva in origine un significato positivo. Si rifaceva alle usanze di buon vicinato: chi aveva cotto delle focacce, fatte con della farina ricevuta in prestito, ne donava qualcuna al suo vicino. Quest’ultimo, in segno di gratitudine, ricambiava con del pane, una grande pagnotta per delle piccole focacce. Si trattava quindi di un gesto di reciproca generosità e riconoscenza, piuttosto che di rivalità o vendetta.
Con il tempo, quindi, il significato ha subito una trasformazione. Da un’azione di scambio equo e amichevole, l’espressione ha assunto una connotazione più vendicativa, diventando sinonimo di ripagare con la stessa moneta, sia in senso positivo che negativo.
Il significato attuale
Oggi, l’espressione “rendere pan per focaccia” è comunemente usata per descrivere una situazione in cui una persona risponde a un’offesa o a un torto ricevuto con un gesto equivalente, in un’ottica di ritorsione o vendetta. Questo modo di dire riflette la tendenza umana a cercare equità e giustizia, anche se a volte in maniera poco ortodossa.
In ambito lavorativo, ad esempio, se un collega cerca di danneggiarti professionalmente, potresti sentirti in diritto di “rendere pan per focaccia”, rispondendo con un’azione simile. Non necessariamente deve trattarsi di un atto negativo: anche il semplice fare il proprio lavoro in modo eccellente, dimostrando le proprie competenze, può essere un modo per “rendere pan per focaccia”.
Nelle relazioni personali, questa espressione può assumere sfumature diverse. Se un amico ti fa uno scherzo, potresti decidere di “rendere pan per focaccia” organizzando a tua volta uno scherzo per lui, mantenendo un’atmosfera giocosa e amichevole.
Nella vita di tutti i giorni, potremmo incontrare situazioni in cui ci sentiamo trattati ingiustamente e, di conseguenza, decidiamo di “rendere pan per focaccia”. Può trattarsi di rispondere a una critica con un’altra critica, o di restituire un favore ricevuto in passato.
In breve, “rendere pan per focaccia” è un’espressione che cattura la complessità delle relazioni umane, riflettendo il nostro desiderio innato di giustizia e equità. Nonostante possa avere radici in un contesto positivo e cooperativo, oggi viene spesso utilizzata per descrivere situazioni in cui si cerca di bilanciare un torto ricevuto, con l’obiettivo di ripristinare un senso di giustizia, anche se a volte in modo contorto e vendicativo.