Perché si dice “lupus in fabula”?
Tra le espressioni che arricchiscono la lingua italiana, “lupus in fabula” detiene un posto speciale. Anche se deriva dalla lingua latina, si è mantenuta viva e vibrante nei secoli, resistendo al logorio del tempo. Ma quale è la storia che si cela dietro questa frase e come ha influenzato la cultura occidentale?
L’origine dell’espressione “lupus in fabula”
Il termine “lupus in fabula” proviene direttamente dal latino e si traduce come “il lupo nel discorso”. Quest’espressione affonda le sue radici nell’antica Roma e si collega a superstizioni popolari legate all’evocazione. Si credeva che menzionare il lupo, una creatura tanto temuta quanto rispettata, potesse attirare la sua presenza facendo ammutolire le persone.
Le culture antiche avevano una relazione profonda e complessa con la natura, e il lupo rappresentava un elemento di potere, mistero e pericolo. La superstizione di non nominare certi animali temuti era comune in molte culture, ma la versione romana con il lupo ha avuto una particolare risonanza, probabilmente a causa del ruolo del lupo nella fondazione di Roma, legato alla leggenda di Romolo e Remo.
Con il passare dei secoli, mentre la lingua latina perdeva la sua predominanza, molte delle sue espressioni vennero assorbite nelle lingue romanze nascenti, tra cui l’italiano. “Lupus in fabula” divenne un modo per sottolineare una coincidenza particolare, spesso con una sfumatura ironica.
Il significato attuale
Nell’Italia contemporanea, “lupus in fabula” è spesso utilizzato per indicare la comparsa inaspettata di una persona di cui si stava proprio parlando. È simile ad altre espressioni come “parlare del diavolo e spuntano le corna”.
Ad esempio, immagina di discutere di un vecchio amico con un conoscente e, proprio in quel momento, quell’amico appare all’orizzonte. La reazione spontanea potrebbe essere esclamare: “Ah, lupus in fabula!”.
In breve, “lupus in fabula” non è solo un modo di dire, ma un legame vivente con il nostro passato culturale e storico. Attraverso espressioni come questa, possiamo avvicinarci al pensiero e alle credenze delle generazioni che ci hanno preceduto, ricordandoci di quanto la lingua sia un tessuto connettivo che unisce presente, passato e futuro.